Una multa da autovelox crolla in appello: la sanzione non sta in piedi e il verbale diventa nullo.
La notizia arriva da Frosinone e tocca un punto che sembra tecnico, ma pesa moltissimo quando si parla di multe per eccesso di velocità: non basta la taratura dell’apparecchio, serve anche la prova che il dispositivo fosse regolarmente funzionante secondo i controlli periodici previsti.

l caso nasce su un tratto della SS 214, con un verbale emesso dalla Polizia Locale di Veroli e confermato in prima battuta: prima dalla Prefettura, poi dal Giudice di Pace. L’automobilista non si è fermato e ha rilanciato in Tribunale, puntando tutto su un vuoto negli atti: mancava la certificazione che attestasse la funzionalità aggiornata dell’autovelox al momento dell’accertamento.
Autovelox senza controllo periodico
Da qui il cambio di passo: il giudice ha distinto con nettezza tra taratura e verifica periodica, riconoscendo che la seconda è essenziale per la validità della sanzione. Non un cavillo, ma un principio di affidabilità dello strumento e di trasparenza dell’azione amministrativa.

La sentenza n. 346/2025 del Tribunale di Frosinone, giudice Stefano Troiani, ha annullato la multa e condannato la Prefettura a rifondere le spese legali per entrambi i gradi di giudizio, dopo aver accertato che agli atti risultava solo la taratura e non la prova della regolare verifica di funzionalità periodica.
Nel dettaglio, il giudice ha censurato l’impostazione del primo grado: non aver valutato la funzionalità a partire da controlli aggiornati rende l’accertamento incompleto. Il ricorso, presentato con l’assistenza dell’avvocato Roberto Iacovacci del Foro di Latina, ha centrato l’elemento chiave: senza documenti che certifichino i controlli svolti nel tempo, la misurazione non è sufficientemente garantita.
Risultato pratico: verbale annullato e liquidazione delle spese, quantificate in 137 euro per esborsi e 740 euro per compensi professionali, a carico della Prefettura. Un esito che incide non solo sul caso specifico, ma anche sul metodo con cui gli enti devono presentarsi in giudizio quando difendono rilevazioni automatiche.
Chi contesta una sanzione adesso può chiedere espressamente le certificazioni di funzionalità periodica dell’autovelox, oltre alla taratura, riferite alla data della rilevazione. Se le verifiche non sono agli atti, l’accertamento perde affidabilità e il verbale finisce per essere vulnerabile.
Qui sta il cuore della vicenda: senza la prova del controllo periodico, la multa rilevata dall’autovelox non regge e il verbale è nullo in appello, con condanna alle spese per l’amministrazione. Un precedente che orienta i prossimi contenziosi: niente scorciatoie, serve dimostrare che il dispositivo era non solo tarato, ma anche regolarmente funzionante secondo le verifiche previste. In una parola, affidabilità: quando manca, cade la sanzione.