Una moto che non sospetteresti mai è la più costosa del mondo. Ci vogliono due Ferrari per comprarla.
Sotto la polvere di un secolo c’è un pezzo unico: una Cyclone V‑Twin del 1915, passata di mano a una cifra che non si vede tutti i giorni e che fa impallidire anche supercar blasonate come Ferrari Purosangue.

Un mezzo così raro è riuscito a ribaltare le gerarchie del collezionismo motociclistico moderno, lasciando alle spalle leggende del grande schermo e campioni dell’ovale in legno. E perché, oggi, valere più di due suv V12 non è più fantascienza, ma la fotografia di un mercato dove storia, ingegneria e scarsità fanno il prezzo.
Moto record all’asta a Las Vegas
La protagonista nasce a St. Paul, Minnesota, in una finestra di tempo cortissima, tra il 1912 e il 1917: numeri piccoli, meno di trecento pezzi in totale, e una reputazione costruita in pista, dove le Cyclone mettevano in riga marchi già affermati con una meccanica avanti anni luce.

Costava produrla, ed è stata anche la sua condanna: fabbrica chiusa, sopravvissuti pochissimi, desiderio alle stelle. La scena di Las Vegas, un sabato di inizio febbraio, ha cristallizzato tutto questo in un martello che cala su un record storico, destinato a fare scuola tra i collezionisti.
Il numero che cambia la storia è 1.320.000 dollari: tanto è stata aggiudicata la Cyclone V‑Twin del 1915 nell’asta organizzata da Mecum Auctions a Las Vegas, primo febbraio, sfondando per la prima volta la soglia simbolica del milione per una moto venduta in sala.
Tradotto al cambio attuale, siamo intorno a 1.260.000 euro, un valore che supera la cifra di listino di più di due Ferrari Purosangue considerate a 450.000 euro l’una, giusto per dare un’idea immediata dell’ordine di grandezza. Un traguardo che non arriva dal nulla, ma dalla combinazione di rarità, pedigree sportivo e contenuti tecnici che all’epoca fecero scuola.
Non è la prima volta che un rilancio supera le aspettative, ma qui si parla di un primato assoluto per una due ruote in un’asta pubblica. C’era stato un precedente rumoroso, la “Captain America” di Easy Rider, attribuita a Peter Fonda sul grande schermo: in ottobre aveva toccato 1.350.000 dollari, ma la vendita non si è poi conclusa, lasciando il primato formale alla V‑Twin di St. Paul.
La storia della Cyclone merita due righe in più. Marchiata Joerns Motor Manufacturing Company, è una creatura di frontiera: veloce, raffinata, pensata per vincere. In pista dominava i board track della sua epoca, mettendo in difficoltà colossi come Harley‑Davidson e Indian, che si ritrovavano a inseguire un progetto più leggero e più brillante.
È il riconoscimento di un capitolo tecnico che ha spostato l’asticella, condensato in un mezzo costruito in pochissimi esemplari e sopravvissuto a un secolo. Il valore, alla fine, non sta solo nel ferro, ma in ciò che rappresenta: innovazione, coraggio industriale, memoria sportiva. E questo, all’asta, si paga. Caro.