Linee classiche, anima moderna: il ritorno che ribalta le medie on-off e trascina i numeri del listino Honda.
Quando Honda scoprì la XL750 Transalp all’Eicma 2022, non fu solo un ritorno di un nome noto: si rimise in moto una storia cominciata negli anni Ottanta con la XL600V, quella che aveva aperto la strada alle moto capaci di viaggiare davvero dappertutto, senza patemi, senza troppi compromessi.

All’epoca, con il bicilindrico a V da 583 cc e 43 cavalli, non puntava alla forza bruta: puntava alla completezza, ed è per questo che ha segnato un’epoca e dato forma a un segmento, quello delle Rally-Touring, ispirandosi persino a un raid non competitivo che attraversava l’Europa dagli anni Settanta. Da lì, un percorso fatto di aggiornamenti mirati e coerenza tecnica, fino allo stop del 2013 che lasciò più di qualcuno in attesa. Attesa lunga, certo. Ma a volte, per riaprire un capitolo, serve proprio la pausa giusta.
Look retro e potenza da sogno
Il segno della continuità sta nei fatti: oggi la Transalp guida il gruppo delle medie on-off e lo fa con decisione, con 2.300 immatricolazioni in Italia fino ad agosto 2025, pari a un +13,9% anno su anno, cifra che racconta meglio di qualsiasi slogan la fame di una moto completa, concreta, immediata nella guida di tutti i giorni e credibile quando la strada finisce.

La linea temporale è chiara. Dopo il debutto a Parigi nel 1986, il primo vero salto avviene nel 2000 con la XL650V: arriva il telaio doppio trave, il motore sale a 647 cc, la potenza a 55 cavalli, la sostanza resta la stessa ma la spinta cresce e la ciclistica fa un passo in avanti.
Nel 2007 tocca alla XL700V: iniezione elettronica sul 680 cc, distribuzione a quattro valvole, un’erogazione più piena e progressiva che rende la guida morbida e piacevole, coerente con lo spirito da tuttofare.
Poi, il buio del 2013: la Transalp esce di scena e lascia un vuoto reale, per chi cercava avventura facile e anche per chi macinava chilometri con metodo, nella fascia media. La firma dice XL750 Transalp: il nome guarda al passato, il progetto guarda avanti.
Il bicilindrico ora è parallelo, 750 cc, elettronica evoluta a presidiare motore e controlli, e una scelta di ciclistica che non lascia dubbi sulle intenzioni: ruota anteriore da 21 pollici, un biglietto da visita da vera on-off con inclinazione fuoristradistica. L’impostazione resta quella di sempre: andare lontano, su ogni tipo di fondo, con affidabilità e versatilità. Non serve urlare, serve funzionare. E qui funziona.
La Transalp non rincorre la specializzazione estrema: ritrova il centro, aggiorna quel centro con componenti e logiche attuali e restituisce una moto che sta bene a tanti, dai rientranti agli esploratori del weekend. La continuità di un’idea giusta, rivista dove serviva e riportata in vetta dai numeri. Il mito, qui, non si consuma: si rinnova.