Una promessa che pesa: amicizia salda con Toto Wolff e rapporti stretti anche con Mekies e Brown, oltre il muro dei box.
Frederic Vasseur non fa giri di parole. Nel paddock, tra alleanze tattiche e rivalità feroci, il team principal della Ferrari rivendica un approccio semplice: competere duro in pista, separare il resto fuori. Non è un dettaglio di colore, ma la chiave per leggere le sue mosse negli ultimi mesi.

Mentre circolavano indiscrezioni sul suo futuro in rosso dal 2026, sono arrivati attestati pubblici di stima da figure che contano davvero, come Toto Wolff e Stefano Domenicali. Una rete di relazioni costruita in anni di Formula 1, passando da Renault a Sauber fino a Maranello, che oggi diventa risorsa potenziale.
Vasseur e Wolff: amicizia, pista, cene a Bologna
Vasseur lo ha detto nel podcast Beyond The Grid: amicizia e battaglia possono convivere, a patto di non confondere i piani. In gara ci si prende le misure il sabato e la domenica, poi il lunedì si resetta tutto. E su Wolff non lascia spazio a interpretazioni: resterà amico per i prossimi trent’anni.

L’episodio della chiamata sul passaggio di Hamilton rende l’idea del metodo Vasseur: rispetto, chiarezza, separazione dei ruoli. Con una consapevolezza in più, maturata in venticinque anni di frequentazioni nel Circus.
Il discorso si allarga a McLaren e Red Bull. A Miami c’è stata una sfida diretta con Zak Brown, ma il rapporto resta solido: si lotta per ingegneri e piloti, poi si ragiona insieme su regolamenti, F1 e FIA, perché su quei tavoli gli interessi si incrociano.
Non è ostentazione, è realpolitik di paddock. E infatti Vasseur cita anche Laurent Mekies: capita di cenare insieme a Bologna, lui, Mekies e Brown. Momenti utili per condividere esperienze e punti di vista sul lavoro quotidiano dei team, senza mischiare confidenze e strategie sportive.
In controluce, c’è la risposta alle voci sul futuro in Ferrari: la considerazione degli avversari pesa, specie quando arriva pubblicamente. Wolff e Domenicali hanno speso parole nette di apprezzamento, un segnale che rafforza la posizione del manager francese.
È il riflesso di un profilo costruito nel tempo, tra cambi di casacca e responsabilità crescenti, senza derogare alla linea: competizione in pista, confronto fuori. Oggi più che mai, con un mercato tecnico rovente e un duello continuo anche sul fronte degli organici, serve saper stare su entrambi i piani con lucidità.
In pratica, Vasseur si muove su due corsie parallele. Da un lato, la Ferrari che combatte per tempi, talenti e ingegneri. Dall’altro, i rapporti personali che non si bruciano alla prima staccata.
La promessa su Wolff, le cene con Mekies e Brown, l’ammissione sulla telefonata per Hamilton raccontano una stessa cosa: saper separare, senza mai confondere. È così che si resta competitivi e, allo stesso tempo, credibili nel lungo periodo.